È una minestra della tradizione popolare che da piccola, all’arrivo dell’autunno, mangiavo spesso: in campagna non mancavano né le zucche né i cavoli, bastava andare nell’orto, guardarsi intorno e decidere cosa cucinare. È quello che, più o meno, faccio oggi anch’io: prima guardo ciò che ho a disposizione, poi decido cosa cucinare.
Questa minestra mi è tornata in mente dopo aver visto che in cantina c’era ancora una zucca e nell’orto una verza che si stava aprendo e che la pioggia aveva in parte sciupato.
Mi sono affidata al ricordo e all’improvvisazione, perché in casa non avevo né il rigatino né l’osso di prosciutto da spolpare come faceva la nonna per preparare il battuto, né i pezzettini di pane secco da mettere nella minestra, che tra l’altro a mio marito non piacciono!
È la minestra dei ricordi e mentre la mangiavamo, io e mio marito abbiamo rievocato i piatti della nostra infanzia….

Ingredienti per 4
- 200 g di pasta (ho usato un avanzo di mafalde corte ) o crostini di pane abbrustolito
- 500 g di verza tagliata a striscioline
- 500 g di zucca gialla privata della buccia e tagliata a cubetti
- 1 spicchio d’aglio sbucciato
- 1 cipolla media
- 100 g di prosciutto
- 1 rametto di rosmarino
- olio extravergine di oliva
- sale
- pepe
- ½ dado vegetale
Procedimento
Fare un battuto con la cipolla, l’aglio e il prosciutto.
Scaldare qualche cucchiaio d’olio in una casseruola e farvi appassire, su fiamma dolce, il battuto.
Aggiungere la verza, la zucca e lasciar insaporire il tutto per una decina di minuti, mescolando via via.
Aggiungere 2 bicchieri e mezzo di acqua, il sale, il pepe, il dado, il rosmarino e portare a bollore. Abbassare la fiamma, coprire la casseruola e cuocere per una mezz’ora circa.
A parte cuocere la pasta, scolarla qualche minuto prima del tempo indicato, trasferirla nella casseruola e completare la cottura nel condimento.
Servire la minestra con un giro d’olio.